Il Messaggio
Al centro del messaggio di Maria Santissima a Manduria (come si rileva dalla sua immagine) c’è Gesù Eucaristia:
- Gesù, l’Agnello immolato che lei come Corredentrice ha offerto ai piedi della Croce, lo stesso Gesù, Pane vivo e vivificante, al cui banchetto la Madre benedetta ci prepara e conduce;
- Gesù Eucaristico, Amore non amato e spesso profanato, che la Signora ci chiama ad adorare e visitare in tutti i tabernacoli troppo spesso circondati da indifferenza o irriverenza.
È soprattutto nella Divina Eucaristia, che Dio è ripagato da freddezza, disprezzo, tradimento, per questo la Beata Madre insiste sulla potenza espiatrice della riparazione, intesa non solo come disposizione interiore di offerta ma come atti concreti volti a risarcire e consolare l’Amore non amato, a contrastare il male e riedificare quanto peccato e ateismo pratico hanno devastato.
Il 24 maggio 1998 la Vergine Maria spiega a Debora: «Quando ti dissi che questa sarebbe stata la più grande, io, pensando ai contenuti, ve la indicavo come la più profonda, come l’apparizione che avrebbe sanato nella mia Santa Chiesa la piaga dell’irriverenza verso l’Eucaristia! Il Signore, nel suo grande disegno di salvezza ha preparato per voi in questi ultimi tempi di purificazione, desiderava abbreviare la vostra tribolazione, donando all’uomo i mezzi per dimenticare gli orrori e ripristinare la vostra salute, attraverso la “grande riparazione eucaristica” che avrebbe contrapposto la sua divina efficacia all’enorme e incalcolabile vuoto del no alla sua obbedienza».
Questo appello ci viene rivolto anche attraverso il segno delle lacrime: «Sanguino dai miei addolorati occhi nel vedere negare e disprezzare il Cuore del mio Gesù, ricoprendolo di bestemmia e tradimento, sostituendo il suo eterno Sacrificio con messe nere ed olocausti offerti alla bestia» (24 maggio 1995)
«Ogni giorno il Sacrificio dell’amore viene consumato e mentre rapisco le anime con la mia luce e i miei favori, esse mi rimangono fredde e ostili… Gli uomini si riposano al solo pensiero che basta avere un’apparenza di religiosità e colmare i miei santuari di presenze tali da garantire i materiali bisogni» (Gesù 6.3.2000).
La spiritualità riparatrice non è una novità nella storia della Chiesa, basti pensare alle pratiche riparatrici chieste dal Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque: la Comunione nei primi venerdì, l’Ora santa del giovedì sera e l’istituzione della festa del Sacratissimo Cuore, domandate dal Signore stesso proprio in riparazione delle offese e delle bestemmie contro il suo Amore eucaristico.
Nel secolo scorso alla Cova da Iria la Madonna e l’Angelo della pace invitarono i tre pastorelli alla preghiera e al sacrificio in riparazione delle offese a Dio: «Di tutto quello che potete, offrite un sacrificio a Dio, come atto di riparazione per i peccati da cui Egli è offeso, e come supplica per la conversione dei peccatori»; a loro furono insegnate le preziose preghiere di riparazione oggi quanto mai attuali e urgenti.
Settantacinque anni dopo le apparizioni a Fatima, la Vergine Maria ripropone l’invito alla conversione, preghiera e penitenza sviluppando in pienezza il messaggio della riparazione nel suo intervento a Manduria nel 1992.
«Vi richiamo seriamente a comprendere quale messaggio Gesù manda all’umanità con la riparazione, compimento di quanto iniziai a La Salette e a Fatima» (8.12.2000).
«…I benefici della vostra riparazione scenderanno sul mondo come una pioggia salvifica. I tempi oramai volgono al termine e il mondo non ha ancora compreso l’importanza di ristabilire il culto eucaristico, come centro della vita umana. Io qui porto Gesù Eucaristico, Amore non Amato… Tutti devono conoscere questa grande devozione che vede la più grande riparazione del Corpo di Gesù» (23.10.1997).
«La riparazione fa parte del piano d’amore di Dio perché ci sia un futuro; questo, cari figli, dipende da ciascuno di voi, ma molti non ascoltano e si fanno distruttori della speranza!» (23.01.2002)
«I cuori, le nazioni attendono di ricevere il vero spirito di riparazione, che conduce inevitabilmente all’adorazione del Dio vivente e operante nell’Eucaristia» (23.5.2001).
Gesù stesso afferma: «Io ti prometto che porrò la mia pace tra gli abitanti del mondo, se un grande numero di anime-ostie riparatrici si porranno in stato di completo abbandono al mio volere…» (10.3.1999).
Coloro che accolgono nella propria vita questo invito diventano preziosi agli occhi di Gesù poiché, con la loro offerta, divenute piccole anime-ostie riparatrici cooperano alla salvezza delle anime con il Divin Redentore.
Come attuare concretamente la Riparazione?
Il primo passo è cercare di comprendere e vivere al meglio il mistero eucaristico.
- Partecipare con devozione alla Santa Messa offrendo Gesù al Padre e unendo le nostre preghiere, azioni, sofferenze al suo Sacrificio. Il 4 Luglio1997 Gesù dice: «Su ogni altare offro l’ardentissimo mio Cuore al Padre per tutti voi e così desidero che accanto al mio vi sia il vostro».
«…I miei sacerdoti, per i quali si effonde su voi il mio Spirito, presentano, unito al Calice Santo, il “Tutto” e così voi partecipate alla mia Passione e ne diventate momento per momento “piccole Ostie-figlie” …» (27.11.1995)
- Ricevere con le dovute disposizioni la Santa Comunione e offrirla in riparazione delle offese alla Maestà di Dio.
Il 28 novembre 1995 è Gesù stesso a dare le indicazioni su come riceverlo e come accostarsi al banchetto celeste:
– La prima cosa che desidero è che il vostro cuore sia pulito dalle sozzure del peccato e solo col sacramento della Confessione questo è possibile. Deve essere una vera contrizione di tutti i peccati fatti e che si faranno: intenzione col cuore di non rifarlo ancora e finalmente sentirsi perdonati dalla mia Misericordia.
– La seconda cosa è una intima preghiera prima di comunicarsi per offrire tale amoroso Sacrificio per la guarigione delle anime.
– La terza cosa è il ricevermi in ginocchio, assolutamente in ginocchio! Io ti dico che nessuno di voi deve ricevere la Maestà Divina in piedi, almeno genuflettersi come segno che mi adorate come Re e Salvatore…
Io sono il Pane Spirituale e voglio essere ricevuto così come la Madre mia è mostrata attraverso le immagini sacre: con le mani in atteggiamento di intima preghiera! Non v’è angelo che rimarrebbe in piedi nell’atto di ricevermi e voi dunque vi ritenete più grandi degli angeli?»
Possiamo ritenere queste parole del Signore la pietra miliare del messaggio di Manduria. Parole ferme dette in tempi in cui l’irriverenza e l’errata comprensione dell’Eucaristia non avevano raggiunto i livelli attuali che costituiscono una “brusca sferzata” al dilagare, ovunque, di un atteggiamento che tratta la Divina Eucaristia come semplice pane o peggio come un momento di fraterna condivisione piuttosto che come il Verbo di Dio incarnato.
«…Sono io, il Medico santo, che opero con le mie sante mani, ma voi non ricevete il Tesoro nelle mani! Io dissi: “Sono il Pane vivo disceso dal cielo” (Gv 6,51). Non dissi: “Sono il frutto della naturale mietitura” …» (28.11.1995)
«Mi trafiggete l’anima divina quando dinanzi al mio Santissimo Corpo state rilassati e in pieno disinteresse mi ricevete, già scattanti verso le terrene consolazioni e mi sbattete come un fagotto deglutito a forza. Non riflettono! Non pensano che hanno appena fatto Comunione con me nascosto dentro la piccola Ostia. In essa io sono con tutto il mio Corpo, Sangue, Anima e Divinità» (Gesù 3.2.2005)
- Visitare il Signore presente nel tabernacolo, odierna Betlemme dove Gesù si fa piccolo e nascosto perché ci avviciniamo a lui con confidenza e odierno Getsemani dove patisce un rinnovato abbandono e tradimento. «Ben più penosa è la prigionia che mi è riservata in tabernacoli abbandonati, di quella che subii nel tempo della mia condanna. Le anime mi condannano oggi a un martirio ben più grande: l’indifferenza!» (Gesù, 28.2.2000)
Vivere come anime-ostie riparatrici vuole soprattutto dire:
-superare l’egoismo che porta a pensare, anche nella preghiera, prima di tutto a se stessi e alle proprie necessità e volgere invece lo sguardo al Cuore di Gesù, trafitto oggi più ancora che ieri;
-farsi solidali con tutti i fratelli: nella Chiesa infatti formiamo un unico corpo;
-collaborare con la Madonna nel contrastare il maligno e nel preparare il Regno di Sociale di Gesù.
Con questo spirito, in unione alla Vergine Corredentrice, Regina della grande riparazione, possiamo:
-praticare adorazioni, preghiere, veglie con l’intenzione di risarcire il Signore delle indifferenze ed offese;
-offrire sacrifici, penitenze e rinunce, soprattutto la rinuncia al nostro amor proprio, ai risentimenti, alle critiche;
-impegnarci a compiere bene, per amor di Dio, i nostri doveri lavorativi e familiari, quando ci costano o non sono ripagati dall’altrui riconoscenza;
-accettare, con l’aiuto del cielo, le prove e le sofferenze presenti nel nostro pellegrinaggio terreno: in questo modo la malattia e le altre spine che spesso ci accompagnano non diventano pietre di inciampo a causa della disperazione, ma gradini di elevazione se vissute in unione ai patimenti di Cristo.
Dunque non solo il momento della preghiera, come ci ricorda spesso la Madonna, deve avere il primo posto, ma tutti gli istanti della nostra giornata, soprattutto i più faticosi, possono essere uniti al Calice del Sangue di Gesù come offerta di riparazione secondo le intenzioni della nostra Mamma celeste perché presto le anime e le famiglie siano risanate, la Chiesa possa rifiorire e giunga il tempo nuovo del trionfo del Cuore Immacolato di Maria e del Regno eucaristico di Gesù, tempo della vera pace.